Sono davvero molto fiera di me stessa. Domani ho la mia passeggiata nel tubo della Tac e – giuro – non ho la solita implacabile fottutissima strizza. La considero un eccesso di zelo dei miei due angeli custodi, Zeta e Esse (o lo chiamo Emme, anche lui per cognome?), che insieme, anche senza conoscersi – si sono solo parlati al telefono – costituiscono il mio scudo sanitario.
La notte scorsa però ho dormito male, mi sono addormentata molto tardi in un lunghissimo sogno ambientato per la maggior parte del tempo in un luogo immaginario, un localino molto trandy , una specie di bistrot in un punto inesistente tra Foro Italico e Ponte Milvio, che per entrarci bisognava arrampicarsi su un tetto. In questo posto incontravo un mucchio di gente, vecchi amici, conoscenti, parenti, si mangiava bene, si scherzava e beveva. C’era un gran via vai e a un certo punto mi trovavo fuori, a chiacchierare, appollaiata sul tetto davanti all’ingresso insieme a qualche amica. Una di queste amiche cazzeggiando troppo scivolava riuscendo ad aggrapparsi con le mani alla grondaia, il corpo a penzoloni nel vuoto. Io urlavo, terrorizzata, lei invece era tranquilla, mi sorrideva e cominciava a saltare giù restando sempre attaccata al muro, tipo spiderman. In pochi secondi era scesa in strada sana e salva. Dopo la serata proseguiva come se non fosse successo nulla, andavo via, poi tornavo perché avevo dimenticato di salutare una persona. Quel posto era irresistibile, assurdo, con la porta d’ingresso pericolosamente affaciata sul tetto spiovente, vivace, caldo. Era un posto dove le persone stavano bene, e la mia amica invece di precipitare si trasformava in donna ragno.
Credo che ci sia stata una scossa di terremoto, nel momento del pericolo sul tetto, in queste settimane ho sentito sempre quelle più forti, e le altre forse le percepisco, sottilmente. E comunque sì, alle 4 e 16 c’è stata una scossa ai Colli Albani, magnitudo 2.3 e prima nell’Aquilano di magnitudo 3.
Non era preoccupazione per la Tac, quindi, ma tensione sismica che non si allenta.
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