Che l’anno passato sia stato pessimo è un dato di fatto.
Dopo la pandemia, che ha lasciato i suoi strascichi economici e sanitari, una guerra in Europa che non accenna a finire, con il suo carico di morte e distruzione, la crisi energetica, l’incubo atomico.
Tutte le guerre e i conflitti in corso, una rivolta, quella in corso in Iran, iniziata grazie al coraggio di tante donne, repressa con violenza dal regime, con arresti, uccisioni, esecuzioni.
Qui in Italia un governo di destra destra, guidato per la prima volta da una donna la cui storia politica affonda nel partito missino, e che esprime un presidente del Senato che tiene in casa i cimeli di Mussolini.
Siccità, estati roventi, alluvioni, frane, Natale estivo. Il cambiamento climatico non è un’espressione astratta.
La mia amata gatta è morta, aveva vent’anni e me lo aspettavo, mi manca tanto, e ancora non siamo riusciti ad adottarne un’altra, o un altro. Ci limitiamo a fare i catsitter di due mici che Lula e il suo compagno hanno da un mese. Sì, la piccola Lula ha una casa, un compagno, due gatti, un futuro in costruzione. E questo è un bel regalo del 2022 per lei.
Io invece ho trascorso sei mesi a studiare come una pazza per un radicale cambiamento lavorativo, ma non mi è riuscito. Ho capito che non ho l’età per sostenere certe prove. Ho sacrificato ferie, fine settimana, serate, svaghi, e soprattutto il tempo da dedicare alla scrittura.
Gli altri sei mesi invece li ho impegnati come non mai sul lavoro, che a questo punto devo tenermi, dopo 25 anni di continue frustrazioni e delusioni, mitigate dalle poche cose belle realizzate un po’ per tigna, che non riescono però a concretizzarsi nell’apertura di una strada nuova. Non ho sufficiente coraggio, o forse dentro di me so che non sarebbe comunque la mia strada.
Immaginavo che il 2022 sarebbe stato finalmente l’anno senza farmaci antitumorali, e invece gli ormoni hanno ripreso a ballare, il ciclo mestruale è tornato, e dopo un’estate trascorsa incredula a osservarne la regolarità ora mi tocca una puntura mensile per essere certa di essere in menopausa.
A compensare le troppe pesantezze del 2022 è arrivata però, pochi mesi fa, la leggerezza e la libertà della danza, che avevo abbandonato per la forzata pausa pandemica e per una certa pigrizia a seguire un corso non proprio dietro casa. E invece ho preso la decisione giusta, grazie ai frequenti inviti di una ex compagna del corso fatto negli anni ’10. Nuova insegnante, nuovo gruppo, ma con tante compagne ritrovate e scoperte. Il corpo e lo spirito ringraziano.
Ultimi commenti