Dopo essermi tormentata per un certo tempo ho deciso di dare retta al cuore e ai consigli di chi mi conosce bene e smetterla di inseguire possibili cambiamenti lavorativi per placare l’insoddisfazione che periodicamente mi spinge a tentare nuove strade, con un dispendio di tempo e di energie che sottraggo a quella parte di me, più profonda e antica, che amava scrivere, che voleva scrivere.
E allora devo tornare qui, al blog che è la mia casa delle parole che ho abitato per anni, con le porte sempre aperte per chi vuole curiosare, conoscermi, andare a ritroso negli anni in cui la novità della scrittura in rete si è saldata con l’urgenza del racconto personale e quotidiano, fino alla messa a nudo dei dolori più grandi, delle ferite più profonde che via via, parola dopo parola, lembo su lembo, ricucivo e lenivo.
Ci sono state anche tante parole di bellezza e di felicità, c’è stata la vita così come la vivevo, giorno dopo giorno.
Ma no, non potrò mai più scrivere come facevo allora, con la stessa necessità. Sarà piuttosto un esercizio per sbloccarmi dopo aver fatto prendere aria e luce alla casa aprendo le finestre, spalancando bene la porta, e ticche tacche, ticche tacche, riga dopo riga, a lavare via la polvere che nasconde le parole.
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