Vacanze finite, domani si ricomincia.
Credevo di aver concluso in bellezza, con una inaspettata giornata in gommone all’isola del Giglio, l’isola che disegna l’orizzonte, l’isola ferita dal naufragio della Concordia. Andare in gommone al Giglio per me ha sempre significato andarci con papà, come l’ultima volta, un giorno di luglio della sua ultima estate.
Quando mi sono accorta che la capitana Antonella invece di restare nei paraggi ha puntato verso l’isola ho gioito come una bambina. Con gli spruzzi di acqua salata ci avrebbe accompagnato anche Capitan Sandro, che certamente continua ad abitare quel mare.
E poi il giorno dopo c’è stata un’altra giornata piena di allegria, di bel mare, di sole ancora caldo, persone care.
Ma tornando a casa, al tramonto, ho ricevuto una brutta notizia. Brutta, bruttissima. Tutto è cambiato: stato d’animo, pensieri, preoccupazioni.
Un’altra funambola deve percorrere il filo fragile che la sostiene, sempre più alto. Un tempo avrei detto “un’altra amica ha una battaglia durissima da combattere”. Siamo toste, mi sono limitata a dirle ieri, siamo torelle fortissime. Hai sorriso. Ci capiamo, anche se fai fatica a dire quello che vorresti. Anche se sei confusa. Anche se siamo diverse, il male è diverso. Eppure siamo così simili, ci siamo sempre capite al volo.
Ora ti toglieranno quella roba che ti sta confondendo. E passo dopo passo, andrai avanti. Io ci sono, amichetta.
Ho inseguito un tramonto meraviglioso, con tutte le isole visibili all’orizzonte, la bellezza di cui nutrirmi, da trattenere e da trasmettere.
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