Non ricordo di aver mai trascorso un periodo di vacanza così lungo senza avere contatti (mentali, giornalistici, informatici) con quello che lasciavo a casa, nel mio paese. Sì, certo, mi si è aperta qualche finestra attraverso gli immancabili internet bar, ma lo stretto necessario a organizzare il proseguimento del viaggio. Le rare volte che ho aperto l’home page di Repubblica l’ho richiusa subito, per evitare di rovinarmi lo stato d’animo vacante, in vacanza, altrove. Ho trascurato anche la moleskine, e come spesso accade quello che ho scritto lì ora mi pare inutile trasferirlo in queste pagine. Il blog era in vacanza con me, con me è tornato. Solo una sera, improvvisamente, qualcosa mi ha fatto tornare con la testa al mio karma: un sms di mia madre, che un tempo leggeva il blog e poi ha smesso di farlo quando infuriava la battaglia. Diceva: "sto leggendo il tuo blog a ritroso, brava. Ti voglio bene." Carina, eh?
Oltre alle cose belle che ho visto, dal mare della Calcidica, di fronte al Monte Athos, alle rovine di Filippi, da Samotracia alle tombe reali dei macedoni a Virgina, dalla città vecchia di Salonicco alle chiese bizantine dove faticosamente mi trascinavo Lula e Sten, una cosa degna di nota, almeno per me, è che dopo dieci anni ho ricominciato serenamente a prendere il sole con le tette (una e tre quarti, per la precisione) scoperte. Proprio serenamente no, visto che Sten mi ha fatto notare che avevo sempre un atteggiamento protettivo nei confronti di quella così così, come la definiva Lula prima che me la facessi rimaneggiare un po’. Anche se il topless è passato di moda, a due mesi dal decennale (sì, sì, sono dieci anni che è iniziata la storia) mi ha fatto sentire bene, ancor più riconciliata col mio corpo.
Bene, adesso sono qui, e c’è poco da scherzare. Siamo messi ancora peggio, un baratro da cui pare impossibile risalire. Sarà un autunno duro, e pure se la tentazione forte di inventarsi una nuova vita altrove, possibilmente in un luogo libero da cui non perdere mai d’occhio il mare, è forte, vorrei provare a ricominciare a sentirmi bene a casa.
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