Ho aspettato questo giorno da quando nel 2008 ha vinto di nuovo le elezioni. Allora sembrava impossibile, con quella maggioranza bulgara sostenuta da parlamentari nominati, e non eletti dai cittadini.
Ho visto giorno dopo giorno, mese dopo mese, accadere quello che era ovvio aspettarsi da chi aveva già mal-governato e dato il peggio di sé. Credevamo che avesse già dato il peggio di sé. Invece no, è stato un continuo, inarrestabile susseguirsi di scelte e azioni compiute esclusivamente per il proprio interesse personale, patrimoniale e giudiziario, mentre il paese progressivamente andava a rotoli, con una escalation impressionante di corruzione, nel senso stretto del termine – decomposizione, disfacimento – che B. ha prodotto in ogni aspetto della vita civile e delle relazioni tra le persone con il suo metodo di acquisizione di consenso e potere: promettere, comprare, vendersi, corrompere (nell’altro senso), abusare del proprio potere, mentire, negare la realtà.
Abbiamo assistito a cose che voi umani… Eppure non sono state sufficienti a fermare tutto in tempo. Solo il disastro economico finanziario, e probabilmente la paura (più che il buon senso) di quelli che finalmente l’hanno mollato, hanno finalmente permesso a un determinatissimo Napolitano di prendere in mano la situazione e imporgli le dimissioni, che io, personalmente, ho salutato brindando a spumante sotto al palazzo del Quirinale.
Ci voleva, perché oggi è un nuovo 25 aprile 1945, ed è giusto gioire per la liberazione. Ma come allora, il prezzo da pagare per il diciassettennio berlusconiano sarà altissimo. Perché ricostruire costa, e chi ci viene in soccorso vorrà scegliere materiali e tecniche di costruzione.
Per questo bisogna esserci, sostenere il sostenibile e osteggiare l’indigeribile, vigilare e partecipare da cittadine e cittadini responsabili, tenere sempre alta l’attenzione e la memoria. L’attenzione per non farci fottere un’altra volta il futuro, la memoria per non dimenticare chi sono stati i sordidi protagonisti di questi diciassette anni e non permettere che un giorno possano tornare.
Mai più.
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