La gatta ha sulla coscienza due passerotti. E' la natura felina, è la nostra incapacità di nutrire il pennuto spennacchiato superstite che ha pensato bene di cadere dal cestino appeso all'albero – un nido costruito per metterlo al riparo dalla nostra belvetta a pelo lungo che lo avrebbe finito giocandoci a palla. Per precauzione comunque la felina è stato chiusa in casa.
Quando Sten ha trovato il cestino vuoto per un attimo ho sperato che la mamma se lo fosse ripreso, o che il pennutello avesse scelto le tenebre per spiccare il volo. Invece era per terra, al buio non riuscivamo a vederlo e il povero Sten inavvertitamente gli ha dato il colpo di grazia. C'è rimasto malissimo. Ci sta rimuginando anche adesso. Sento che ne sta parlando con Lula, sembra quasi volersi giustificare, ma lei ha incassato rapidamente il dispiacere, come ho fatto io, che non posso permettermi di soffrire anche per la dipartita di due volatili sfortunati. Anche se avrei voluto tentare anch'io l'impresa del nutrimento, visto che ero a fare yoga mentre loro tentavano inutilmente di far ingurgitare il pastone al passerotto. E' andata così.
In realtà Lula ha da pensare al suo Ciccio, il gatto di pelouche che dopo dodici anni gloriosi ieri ha perso un occhio che deve essere al più presto riappiccicato. Sì sì, Ciccio ancora resiste. Anche se durante il campo scuola l'ha lasciato a casa, per timore di perderlo.
Felini battono pennuti due a zero.
Ops, non volevo sembrare crudele e insensibile. Ma è andata proprio così.
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