Un nuovo anno carico di aspettative, dopo il 2020 che abbiamo appena lasciato, e insultato, e maledetto come il peggiore anno della nostra storia post bellica.
Nella vita personale di ciascuno può essere andata invece molto meglio, o molto peggio. Ma certo il contesto, le abitudini di vita stravolte, i conteggi quotidiani di malati e di morti, i sacrifici piccoli e grandissimi che tutti abbiamo fatto, non possono in nessun caso fare dell’anno passato un anno buono.
E allora coltiviamo la speranza che da oggi le cose possano migliorare, e che il 2021 possa risarcire almeno in parte i danni scatenati dal 2020. Per molti quel che è perduto è perduto. E non tornerà mai più.
Ma sarebbe ancora più tragico se non tentassimo di fare tesoro di ciò che è accaduto, e se dimenticassimo troppo presto quanto siamo fragili, collegati gli uni con gli altri, bisognosi di una vita collettiva solida, e quanto le nostre azioni si ripercuotono sul mondo intero, sulla Terra e su chi la abita. Sarebbe stato un anno solo orribile, se non ci avesse anche costretto a ripensare stile e priorità di vita, la qualità delle relazioni, il giusto tempo da dedicare agli altri e a se stessi e alle troppe cose importanti e belle che trascuriamo, rimandiamo, dimentichiamo.
Abbiamo scoperto quanto sia difficile governare un Paese, quanti interessi fondamentali entrino in gioco e come ogni scelta lasci fuori necessariamente qualcosa che altri avrebbero tenuto in considerazione.
Ma il minimo comune denominatore, nel 2020, è stato proteggere la salute di tutti da una minaccia che ha portato via quasi due milioni di persone in tutto il mondo. Non dimentichiamolo mai.
E non carichiamo un povero anno di così grandi aspettative. Mi accontenterei che possa aiutare a rimettere insieme un po’ di cocci e a restituirci abbracci, baci e strette di mano. E soprattutto, il vaccino per tutti.
Buon 2021, per chi ancora passa da queste parti…
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