Inizio a sentire quell’aria autunnale propizia a mettere in cantiere progetti. Sono giorni che mi frulla nella testa l’idea che questa mia condizione, status, non so bene come definirla, di vittoriosa pluricombattente contro il cancro, possa costituire una ricchezza condivisibile, da redistribuire tra altre donne che forse, almeno all’inizio, ne sono sprovviste. La vecchia associazione tra medici e pazienti del San Giacomo mi pare abbia fatto la stessa brutta fine dell’ospedale (ormai chiuso da quasi un anno), ma quello che ho in mente è qualcosa di più specifico, simile credo a quello che fanno a Modena e in rete le valorose amiche del Cesto di ciliege. Supporto, informazione, condivisione, organizzazione di una rete che possa proteggere e aiutare a far ripartire con una vita nuova, se possibile addirittura migliore. Sogno una sede luminosa, colorata, aperta in un via vai continuo di scambi e opportunità. M’immagino una nuova disciplina psicofisica ("mamma", mi dice spesso Lula quando mi vede alternare per casa posizioni e passi, respiri e movimenti, "dovresti inventarti una cosa che mescoli yoga, qi gong, pilates, e magari anche danza") che integri tutto ciò che può fare bene, attivare energia, aprire il cuore, rendere lo sguardo più luminoso e il respiro tranquillo. E che faccia divertire. Ridere. Bisogna ridere molto, si sa, perché è il miglior modo per rafforzare il sistema immunitario.
Vorrei insegnare a raccontare quello che ci accade senza avere paura e vergogna, a credere nel potere terapeutico della parola, scritta o detta, quando occorre anche urlata.
Mi sembra già di vedere il dottor Zeta che insieme alle terapie consiglia di affacciarsi in questo luogo di ri-costruzione abitato da creature dalle risorse inesauribili, capaci di danzare mentre indossano corazze e brandiscono affilate armi di difesa.
Mi piace il passaggio , il potere terapeutico della parola…quanta verità in queste poche parole
anche io quest’estate ho elaborato un pensiero progettuale simile. si, dobbiamo proprio incontrarci
Zia Cris: proprio oggi Corrado Sannucci sull’inserto dedicato al Festival della salute di Viareggio scrive un pezzo dal titolo: “L’arma della scrittura come terapia”…
Anna, ti chiamo!
Mi sembra di vedere me che passo a trovarti/vi e a darvi una mano…:)
Ps. anche io vorrei conoscere widepeak…chissà che non riusciamo a organizzarci magari!
Rosie: saresti la prima ad essere coinvolta!
Con Anna/widepeak vorremmo organizzare un fine settimana anche con le altre. Ci sentiamo presto
Che bell’idea! A proposito, quando vieni a trovarci qui a Modena?
Julia, eh, dovrei vero? Pure voi qui a Roma però. Oppure con Anna (widepeak), pensavamo ad un luogo a metà strada, magari un agriturismo rilassante e sponsorizzato da qualcuno… 😉
Idea stupenda. Magari da condividere, con scambio di idee ed esperienze. Noi siamo a disposizione, sempre. Per quanto riguarda l’incontro… ormai non se ne può proprio più fare a meno!
Scusa la latitanza, ma sono molto acciaccata e mi è stato vietato l’uso del computer (ma ogni tanto trasgredisco). Milva
Milva, spero che ti stia riprendendo, mannaggia! Spero proprio che ce la faremo a organizzare questo attesissimo incontro ;-))