E così ci siamo. Il primo Natale senza papà, il dolore che scava sempre più, alimentando la nostalgia, la mancanza. Continuamente mi scopro a cercarlo, chiamarlo, mentre guido immagino che sia lì accanto a me, lo imploro di tornare – mamma ha un disperato bisogno di te, e anche io, anche Cris, Lula, Sten, tutti abbiamo perso qualcosa che ci fa sentire mutilati – spero di perdere conoscenza e risvegliarmi grazie alla sua voce che mi chiama e al profumo del caffè che mi portava quando andavo ancora a scuola. Mi concentro. Voglio un miracolo, la reversibilità, quelle ceneri mescolate al mare ricostituirsi in corpo, anima, voce, sguardo, odore. Rivoglio mio padre.
E piango insieme a Mia, che ha perso stanotte sua madre, e a lei, che l’ha persa una settimana fa. Piango e maledico il cancro che continua a distruggere vite, accanendosi su chi già vive in un equilibrio precario. Come se il vento soffiasse più forte su noi funambole.
Come faccio a fare gli auguri, come li faccio questi auguri?
Ci sono le cose belle, sì, certo. Ancora accadono, nonostante tutto. Accade che la prof. d’italiano mi scrive un biglietto con allegata copia del tema di Lula sulla felicità, per dirmi che le si è aperto il cuore, e che c’è ancora speranza se una ragazza di 13 anni scrive certe cose.
Accade che sto facendo danza contemporanea, e mi piace, mi piace tanto.
Accade che ieri i ragazzi hanno fatto una manifestazione bellissima che dimostra quanto siano forti e intelligenti. E sì, che c’è ancora speranza in questo paese disastrato.
Accade che il 13 gennaio farò la presentazione del libro con tanta bella gente, incrociando le dita mentre un editore valuta seriamente l’idea di pubblicarlo.
Accade che vedo arrivare l’amore a chi lo stava aspettando da tanto.
Li faccio così, gli auguri: che possano germogliare i fiori, e maturare i frutti. Che le foglie morte fertilizzino il terreno. La vita.
Che bell’augurio Giorgia.
Per me un Natale triste è stato quello dell’anno scorso, senza tre mamme (due molto giovani, purtroppo) di tre persone che amo molto che se ne sono andate.
Anche quest’anno la mancanza si sente, ma nel frattempo sono successe tante belle cose e chissà che non siano proprio queste tre mamme che continuano a guidare i loro figli con segni d’amore.Chissà…Auguri a te Giorgia, a Sten, Lula (senza dubbio una preferenza per lei) e la tua famiglia.Auguri pieni di vita.
Con affetto
Grazie, grazie moltissimo. I segni di chi ci ha lasciato sono fecondi. Un abbraccio
Che bello questo post, lieve e pieno di emozioni.
Tanti auguri e in bocca al lupo per il libro!
Rosie
Crepi, Rosie…Tanti auguri anche a te!
Buona vita anche a te amica funambola, tra le lacrime, ma vicino vicino. e forza per questi giorni
Eh, cara mia, è stata dura, molte lacrime. Però anche momenti molto belli
Che bel post… vivo le tue stesse emozioni, vorrei svegliarmi da questo incubo: guido, faccio da mangiare, lavoro, ma penso sempre alla mia mamma.
Cara Giorgia, ti faccio tanti sentiti auguri per un 2011 di serenità ritrovata e di coraggio nell’affrontare la vita.
Un abbraccio.
Lo immagino, ti ho pensata tanto in quei giorni tremendi mentre tua madre se ne andava. Anche per te, cara Elisabetta, auguri di coraggio e serenità.
Quanto è bello questo post.
Auguri alla vita.
4 p
grazie, 4P, auguri alla vita
Ciao,mi chiamo laura e sono anch’io una paziente del tuo stesso oncologo. Ho 42 anni ed è da un pò che ti “leggo” ma solo adesso ho trovato il coraggio di scriverti. Ho acquistato il tuo libro che oggi stesso inizierò a leggere.
Questo messaggio è soltanto per farti sapere,con un filo di voce,che c’è qualcun altro che con-divide la tua stessa storia.
Un abbraccio
Ciao Laura, benvenuta! Grazie per aver deciso di scrivermi, vedrai, la condivisione fa un gran bene. Un abbraccio a te
Arrivo dopo una meditazione, buona vita
Allora è ancora più meditato l’augurio, eh… una abbraccio Cris
Ciao….faccio fatica a scriverti,anche se ti leggo sempre….la mia mamma è morta da tre mesi…se l’è portata via il cancro…lo stesso che aveva tuo padre…e leggendoti mi sono ritrovata li,vicino a te…ho ripercorso quei momenti…quel mostro che ha ucciso mia mamma senza pietà.ha distrutto la nostra famiglia…mio padre è disperato….mio fratello ed io nn riusciamo ancora a crederci…è vero,siamo grandi,2 trentenni a cui manca da morire la mamma…abbiamo la nostra vita davanti,ma come si fa a superare questo dolore,dove si trova la forza e la rassegnazione?…anche mia mamma adesso è cenere,lei voleva così…spero che esista un posto migliore,spero che il dolore possa un giorno trovare una piccola consolazione.
ordino il tuo libro e continuo a leggerti,un bacione e buon anno.
ale
Cara Ale, mi dispiace… Ovviamente capisco tutto quello che mi dici, e spero anche io che ogni giorno il dolore possa allentare la presa. Un abbraccio e buon tutto
con l’anno nuovo ho riaperto un po’ di pagine, riletto blog che non leggevo da tanto. ti ho cercata e ritrovata, così.
e che dire, ti abbraccio, forte.
buona vita sempre, sì.
buona vita a te, e ben ritrovata.
abbracci