Un sabato gelido e ventoso.
Sten è allo stadio Flaminio per Italia-Francia di rugby, stavolta è andato con un amico ex-giocatore, anche se i fantastici biglietti che ha se li è procurati grazie a me – a proposito, grazie ancora Edo, e rompigli le scatole al telefono tra primo e secondo tempo.
Lula ha dormito dalle amiche in campagna, e più tardi la raggiungeremo.
Ieri ho mangiato giapponese alla Peak book e ormai posso dire con certezza che il sushi non mi piace.
Potrei approfittare di questo pomeriggio solin soletta per andare a darmi una tagliata ai capelli e tentare di somigliare di nuovo alla fotina dell’avatar. Ma quattordici anni non si annullano con un colpo di forbici… E c’ho da scrivere, forse sono a buon punto, ma non voglio perdere tempo prezioso.
Se non sei convinta del taglio, lascia stare, meglio scrivere
infatti ho scrtto 😉
ho molta voglia di conoscere i progressi del work in progress!
e fai bene a non tagliare, io ho tagliato (3 volte, da quando ci siam viste) e non sono soddisfatta. mi parevan diventati molli e più facili da tenere, ‘sti capelli, invece da quando li ho tagliati sono strani, gonfi, tipo scappata di casa!
Non riesco più a portare i capelli corti: dopo la chemio sono tornata ragazzina. Più sono lunghi e meglio mi sento. Quindi scrivi, scrivi, scrivi. Che poi ti vorrei leggere.
pet, carino “i progressi del work in progress”! Eh, ma ancora non capisco se ho fatto progressi. Aspetto un responso a cui tengo molto e ho letto un manuale per scrittori di memorie che mi ha incoraggiata nell’impresa. E ora che ci rivediamo, visto che son passati ben 3 tagli ;-))
Milva, dall’alto dei miei 1 e 60 non posso permettermi i capelli troppo lunghi e poi ho un marito che mi adora con i capelli corti. Posso smettere di farmi adorare?
Non vedo l’ora anch’io di poterti consegnare il fardello!