Qualche giorno fa ho terminato la lettura di L’Italia spiegata a mio nonno, di Federico Mello, edito da Mondadori. Probabilmente sono stata una delle ultime persone ad acquistarlo in libreria, perché dopo un anno di vita editoriale è tornato ad essere un file pdf scaricabile gratuitamente, così com’era nella sua prima versione. Però non mi è dispiaciuto affatto cacciare quei 13 euro per leggere il “saggio-rap” di un trentenne che racconta a suo nonno (vero o fittizio che sia), la vera, triste storia del decennio italiano 1997-2007 attraverso le politiche del lavoro, delle pensioni e della famiglia. Politiche che hanno di fatto condannato il paese all’immobilismo, e scippato del futuro le generazioni under 40: trionfo del precariato, insicurezza (o meglio, pessimistica certezza) su pensioni e trattamento di fine rapporto, diritto alla casa eluso, e quindi anche all’autonomia dalla famiglia, alla possibilità di fare figli, e perciò di invertire la tendenza gerontocratica dell’Italia iniziando ad occupare posizioni di potere, dalla politica, all’economia alla cultura. I dati, le tabelle, i confronti con la situazione di altri paesi sono sconfortanti, le analisi lucide e impietose.
La storia di questo fortunato libro Federico l’ha già raccontata qui, io invece l’ho sentita dalla sua viva voce il giorno che ci siamo conosciuti un mese fa. Ora che ho letto il libro capisco ancora meglio il perché del suo entusiasmo ai primi segnali che l’Onda studentesca stava montando. Perché il libro si conclude con un appello accorato ai suoi coetanei, alle nuove generazioni: “mettiamo al centro del dibattito di questo paese tutta la nostra forza, voglia di fare, tutti i nostri desideri, le nostre competenze, le nostre capacità, il nostro bisogno di rivendicare e di riprenderci il futuro.”
L’appello sembra essere stato raccolto, forse da generazioni ancora più giovani di quelle a cui si fa riferimento nel libro. E questo è un ottimo segnale per ricominciare ad avere un po’ di speranza.
Per questo Federico ha deciso di riportare in rete il suo prezioso lavoro, e renderlo disponibile a tutti.
Scaricate, gente, scaricate.
Scarico subito. E leggo.
grazie tante della segnalazione giorgia. aspetto anche i feedback dei tuoi tanti lettori 🙂
ci vediamo presto
f-
Già dal titolo del libro si evince un rovesciamento geniale: in genere sono i nonni a raccontare le storie ai nipoti.
Sta certa che andrò a leggerlo. Grazie.
🙂
A presto, Federico. (I miei “tanti” lettori? Mah!)
Delon, poi mi dirai.