La protesta al San Giacomo è andata così così, io e la mia collega (anche lei sotto controllo oncologico dal dottor Zeta), dopo aver salutato il nostro medico nel reparto tutto nuovo, fresco di ristrutturazione, ci siamo date da fare per scrivere cartelli e poi bloccare via Ripetta con un gruppo di dializzati, pazienti oncologici e parenti che nel corso della mattinata si è fatto più consistente. La caposala del reparto era furente, “vogliono spostarci in un ospedale dove però non sarà possibile il ricovero, in caso di problemi, ti rendi conto?” E certo che mi rendo conto, lo so, ci sono passata. Quando finalmente siamo scese c’era una giornalista del’Unità, un operatore e una fotografa e adesso, vedendo il servizio al tg regionale, so che forse è andata meglio di quanto pensassi. Noi però, a malincuore, siamo dovute andare a lavorare, scombussolate dalla preoccupazione per noi e per chi sta combattendo con malattia e dolore, e che in quell’ospedale si sente, per quanto possibile, a casa, e scombussolate pure dall’incontro con un’amica di battaglia conosciuta mentre facevo la chemio, l’insegnante calabrese con i grandi occhi azzurri. Lei da allora non ha mai smesso di prendere un treno ogni quindici giorni per venire a Roma, al San Giacomo, a curarsi, perché “ormai ho metastasi dappertutto, ossa, fegato, cervello, midollo” mi ha detto con le lacrime agli occhi, eppure sempre bella, curata, elegante. Sorridente, ma con le lacrime agli occhi. “Piango sempre…” mi ha sussurrato mentre la stringevo forte, “però adesso Zeta mi farà provare un nuovo farmaco monoclonale, pare che abbia funzionato bene con persone che non rispondevano a nessun tipo di chemio”. Dopo l’ho chiamato il dottor Zeta, e mi ha parlato di quel farmaco e di lei, degli spiragli che forse si stanno aprendo e del convegno a Bruxelles dove andrà nei prossimi giorni. E poi gli ho detto che ho quasi finito Il ritorno del maestro di danza. Era contento del mio entusiasmo, mi ha parlato di un altro svedese, Larsson, che secondo lui dovrei leggere. Alla fine mi ha ringraziato per il sostegno alla protesta.
“Ci mancherebbe…” mi sono schermita, imbarazzata, pensando alle sue 1800 ore di straordinario accumulate.
“Non molliamo eh? Resisteremo”
Resisteremo.
Delle malattie bisognerebbe rendersi contubernali – più o meno le parole d’un Maestro (di ‘scienze’ umane e letterarie, e non naturali) -, ospitarle e sentirsene solamente ospiti, in senso attivo e passivo.
Non però tutte – ovviamente – sono eguali né tutte egualmente si affrontano; e il peso di talune realtà conosciute ex experientia non può esser apparentato a realtà conosciute ex ratione:
e oggi che la cinica indifferenza verso il paziente (relegato al rango di ‘cliente’ dalle ‘aziende’ ospedaliere) talvolta si tinge di concretezza perfino in ‘talune’ strutture o unità complesse o dipartimentali (da cui assoluti rimedi acesodini, e non altro),
folle e criminale l’eliminare le sedi (anche) di rara umanità dotate!
Scorgere le valenze che sostanziano atti e mancati atti – la sola possibilità di mantenere una (minimissima) capacità di distinzione attraverso cui accedere ad una visione meno ‘ideologicamente’ e ‘sentimentalmente’ prevaricante – autorizza alla più fiera resistenza!
Marco I.
[Auguri alla tua amica!]
Delle malattie bisognerebbe rendersi contubernali – più o meno le parole d’un Maestro (di ‘scienze’ umane e letterarie, e non naturali) -, ospitarle e sentirsene solamente ospiti, in senso attivo e passivo.
Non però tutte – ovviamente – sono eguali né tutte egualmente si affrontano; e il peso di talune realtà conosciute ex experientia non può esser apparentato a realtà conosciute ex ratione:
e oggi che la cinica indifferenza verso il paziente (relegato al rango di ‘cliente’ dalle ‘aziende’ ospedaliere) talvolta si tinge di concretezza perfino in ‘talune’ strutture o unità complesse o dipartimentali (da cui assoluti rimedi acesodini, e non altro),
folle e criminale l’eliminare le sedi (anche) di rara umanità dotate!
Scorgere le valenze che sostanziano atti e mancati atti – la sola possibilità di mantenere una (minimissima) capacità di distinzione attraverso cui accedere ad una visione meno ‘ideologicamente’ e ‘sentimentalmente’ prevaricante – autorizza alla più fiera resistenza!
Marco I.
[Auguri alla tua amica!]
vita beffarda: i pazienti costrtti a dimostrare.
ti (vi) mando un abbraccio forte e vi penso, sono con voi.
(e forse il finesettimana del 4 sono a roma per la manifestazione antirazzista)
ti (vi) mando un abbraccio forte e vi penso, sono con voi.
(e forse il finesettimana del 4 sono a roma per la manifestazione antirazzista)
magari, anche, mi firmo: petarda
(le tre lettere da digitare formano la parola: sob!)
magari, anche, mi firmo: petarda
(le tre lettere da digitare formano la parola: sob!)
E’ sempre questione di resistenza…Un abbraccio fortissimo e solidale a tutti i pazienti del S.Giacomo. :-*
Grazie a tutti voi. Petarda, se vieni a Roma dobbiamo incontrarci, eh?
sai qual’è la cosa peggiore che mi ha fatto questa malattia? mi ha fatto smettere di immaginarmi da qualche altra parte, di trasferirmi in un paese migliore, un po’ meno arretrato, egoista, superficiale. ecco. e però siamo pure fortunati che la nostra assistenza sia gratuita e garantita…mah.
Misshajim, io invece m’immagino spesso in un paese migliore, soprattutto di questi tempi. Però hai ragione, siamo fortunate ad avere assistenza gratuita e garantita ad altissimi livelli (non sempre però).
Non ho parole da dirti che non mi suonino di circostanza.
Posso abbracciarti?
Non ho parole da dirti che non mi suonino di circostanza.
Posso abbracciarti?
lottare per l’amica di battaglia dagli occhi azzurri, sempre…
Delon, anche se virtuale me lo prendo il tuo abbraccio 😉
Zia Cris, lottare per lei e per tutte noi
Delon, anche se virtuale me lo prendo il tuo abbraccio 😉
Zia Cris, lottare per lei e per tutte noi
peccato x il san giacomo…un po malridotto ma ben funzionante(mio padre e stato ricoverato per un canc..)mi sento molto vicina a voi in questa protesta….un abbraccio
essì, cara: appena sono sicura ti mando un pvt. petarda 🙂
Grazie anonima, adesso ti assicuro che il San Giacomo non è più così malridotto, il reparto oncoematologico è nuovo fiammante!
Sì, Petarda, aspetto un pvt, oppure una mail (che quando passa la pigrizia metto sul template) giorgia967@gmail.com
Grazie anonima, adesso ti assicuro che il San Giacomo non è più così malridotto, il reparto oncoematologico è nuovo fiammante!
Sì, Petarda, aspetto un pvt, oppure una mail (che quando passa la pigrizia metto sul template) giorgia967@gmail.com