Dovrei scrivere la terza parte della storia dei bambini in fuga. Li ho abbandonati a Termini e ce l’ho lasciati, povere creature. Mi sono sforzata di ricordare com’è il percorso dalla Linea A alla Linea B, e mi sono resa conto che non prendo la linea B da anni. Allora ho chiamato mia suocera che, come la nonna di Martina nel racconto, l’estate frequenta uno stabilimento di Ostia che raggiunge in metropolitana. Le ho spiegato il problema e lei prima di tutto mi ha chiesto quanti anni avrebbero i bambini. “Dieci”, ho detto io. “Ah, beh, allora ce la possono fare”, ha detto lei. Ci sono due rampe di sabbie mobili (“oh, scusa, volevo dire…” “scale mobili?” “sì, sì, scale mobili”) e due corridoi. Ce la possono fare. Se non restano impantanati nelle sabbie mobili…
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Io quegli aggeggi maledetti li odio!! Martedì ci stavo cadendo per 2 volte (ma su due scale differenti)!! Sono falsi come Giuda i gradini che ti si formano d’improvviso… brrr…. si si … Sabbie mobili decisamente è il termine corretto!
OrsALè
anche le pedane mobili non sono splendide. carrelli ripieni di neonati che partono in discesa, colpendo vecchiette… visto da poco al temibile centro commerciale.
( baci!)
Orsa: sì, effettivamente è stato un lapsus quello della suocerina
Marika: ti hanno fischiato le orecchie stamattina? C’è Danilo in trasferta romana e ci siamo presi un caffè insieme. La pedana mobile mi sembra inquietante…
bacio a te
purché alla stazione termini qualcuno, nel frattempo, li abbia rifocillati
io pure sono un’esperta di metro che portano al mare. Però ragazzini sui dieci anni che fanno quel tragitto sono solo Rhom. Non devono chiedere indicazioni a nessuno, secondo me.
ah, ecco spiegato il ronzìo ;P
beato danilo, sempre a zonzo.
Effe: il digiuno fortifica. o forse avevano ancora un po’ di biscotti abriciolati nelle tasche. Giuro che per domenica li faccio arrivare a Ostia.
Alice: eh, lo so, lo so. ci stavo pensando a un incontro con un/a bambinoa rom.
Marika: e prima era andato in beauty farm in Toscana…